domenica 18 novembre 2012

Soon after midnight


Soon after midnight (Presto dopo mezzanotte)

Il giorno inizia. Non è tardi dopo mezzanotte, è presto dopo la mezzanotte e il giorno inizia non con la luce del sole ma con  la prima ora del giorno,   con il buio della notte e con la luce della luna, è un concetto un po’ diverso rispetto alle condizioni fisiologiche a cui siamo abituati normalmente.
La vita inizia  con la notte, con il buio, il tempo è adesso o non è mai (now or never) , è più che mai,(more than ever) ,  come se questa dimensione non potesse effettivamente appartenere alle nostre cognizioni del tempo e che l’evento non appartenesse al momento ma alla vita stessa. C’è un'altra frase che possiamo accostare a queste percezioni, quella  che dice Well, the future for me is already a thing of the past in bye and bye, è sempre un gioco che toglie dimensione al tempo. Tutto accade in quanto ci accade e accade a noi. Questo è dentro di noi e se è dentro di noi non ha importanza quando questo ci accade perché questo è quello che siamo.  L’inizio mi ricorda vagamente quello di Hang On, di Isobel Campbell ma rimanda certamente a una atmosfera anni 50.
Anche qui, come in altre canzoni, mi vengono in mente in ordine sparso, Covenant woman, Shelter form the storm e In the Summertime,  vi è un riferimento che ci spiazza tra il religioso e il sentimento di amore e le due cose sembrano confondersi,  sono in cerca di frasi per cantare le tue preghiere (che viene tradotto lodi perché ci sta in entrambe le componenti) e c’è sempre la componente tra il reale e il sogno in cui il sogno diventa realtà “ho un appuntamento con la regina delle fate”.
Una delle componenti di Tempest è comunque il colore il senso della sceneggiatura che coinvolge la scena la prostituta è vestita di rosso e l’altra è vestita di verde, mi sembra evidente come i colori rimandino a una forte impressione scenica e simbolica, frutto probabilmente delle letture teatrali che accompagnano Dylan.
Trovo interessante il legame  tra l’occhio e la luna, la luna è nei miei occhi, molto simile come citazione a quella famosa di Sad eyed lady, Into your eyes where the moonlight swims. La luna è in fondo qualcosa che possiamo guardare, a differenza del sole e di cui il nostro sguardo si appropria, cioè diventa parte del nostro interiore.


Soon After Midnight
Written by Bob Dylan 
  
 I'm searching for phrases
 To sing your praises.
 I need to tell someone.
 It's soon after midnight,
 And my day has just begun
       
A gal named Honey
Took my money
She was passing by.
It's soon after midnight,
And the moon is in my eye
       
My heart is cheerful.
It's never fearful.
I've been down on the killing floors.
I'm in no great hurry,
I'm not afraid of your fury.
I've faced stronger walls than yours.
       
Charlotte's a harlot,.
Dresses in scarlet.
Mary dresses in green.
It's soon after midnight,
And I've got a date with the fairy queen.
       
They chirp and they chatter,
What does it matter?
They're lying and dying in their blood.
Two-timing Slim,
Who's every heard of him?
I'll drag his corpse through the mud.
       
It's now or never
More than ever.

When I met you, I didn't think you would do
Its soon after midnight,
And I don't want nobody but you.
       
Poco dopo mezzanotte
trad. it. Francesco Alunni

Sono alla ricerca di frasi
per cantare le tue lodi,
devo dirlo a qualcuno.
È poco dopo mezzanotte
e il mio giorno è appena cominciato.
Una ragazza chiamata Tesoro
si è presa il mio denaro,
passava di qua.
È poco dopo mezzanotte
e ho la luna negli occhi.
Il mio cuore è allegro,
mai timoroso,
più volte sono stato con la testa nella ghigliottina.
Non ho una gran fretta,
la tua furia non mi spaventa,
ho fronteggiato mura più salde delle tue.
Charlotte è una prostituta,
si veste di scarlatto,
Mary si veste di verde.
È poco dopo mezzanotte
e ho un appuntamento con la regina delle fate.
Cicalano e ciarlano
ma cosa importa?
Stanno distesi e muoiono nel loro sangue.
Slim il traditore,
chi mai ne hai sentito parlare?
Trascinerò il suo cadavere nel fango.
È ora o mai
più di sempre.
Quando ti ho incontrata non pensavo saresti andata bene.
È poco dopo mezzanotte
e non voglio altra che te.


domenica 28 ottobre 2012

Tempest


Prima ancora di leggere il testo, primo ancora di definirne il mio pensiero leggevo commenti sulla canzone Tempest. Per molti Tempest è una canzone troppo lunga e ripetitiva. Il mio commento è sempre stato diverso. Se Tempest ha un difetto è quella di essere forse troppo corta,  lo stesso dicasi per Tin Angel ad esempio. Qualcuno sorriderà ma provi ad immaginare Tin Angel con un intermezzo di armonica nel penultimo verso e uno nel finale come avveniva nella struttura delle canzoni folk che componeva un tempo. Sfido qualcuno a dirmi che la canzone non sarebbe stata migliore. Altre invece sono lunghe a sufficienza.
In questo caso il commento di Marcus mi sembra il più appropriato “Giunti al sesto o settimo minuto (ne dura quattordici) si può pensare di uscire a prendere una boccata d’aria o di farsi un caffè, tanto al ritorno la canzone non sarà ancora finita, ma se dopo la metà si comincia ad ascoltarla attentamente ci si accorge che qualcosa è successo, che quello che sembrava il racconto di un naufragio avvenuto cent’anni fa in realtà è una battaglia senza quartiere che si sta svolgendo adesso, qui ed ora, per il possesso delle anime di ogni personaggio menzionato nella canzone, e che il culmine della narrazione, il suo momento più intenso, è raggiunto alla terza comparsa della sentinella dormiente, il “watchman” che sta sognando che il Titanic sta affondando, e nel sogno vorrebbe dirlo a qualcuno (“He dreamed the Titanic was sinking, and he tried to tell someone”).
In realtà dire che Tempest è troppo lunga è come dire che “Guerra e pace” o i “Fratelli Karamazov” sono lunghi. Il respiro e la dimensione del racconto conferiscono senso alla struttura in questo  ritornare compiuto della storia. Non trovo poi del tutto pertinente il fatto che Dylan racconti soltanto la storia del Titanic a cento anni di distanza chiedendo che scriva  o descriva qualcosa di più attuale, avrebbe potuto ambientarla nel crollo delle due torri cambiando soltanto qualche dettaglio, ma il senso quello delle disgrazia, del destino che restringendosi attorno a una umanità che viene contemporaneamente sommersa è  simile.   Le due torri crollano portandosi dietro una miriade di storie scritte forse nel libro dell’Apocalisse e in fondo  non sembra molto diversa dalla conclusione di Tempest in cui quando la Morte ebbe mietuto le sue vittime, milleseicento avevano raggiunto l’eterno riposo, i buoni, i cattivi, i ricchi, i poveri, i più incantevoli e i migliori. Che Attesero all’approdo e provarono a capire, ma non c’è alcuna comprensione del giudizio della mano di Dio.
Per questo dire che in Tempest Dylan parli del Titanic mi sembra francamente riduttivo. Il primo indizio (si sa per chi ascolta Dylan gli indizi sono importanti) è che la tempesta non ha alcuna attinenza con l’affondamento del Titanic in quanto avvenne a causa dello scontro con un Iceberb in una notte di mare relativamente tranquillo.  La Tempesta va letta  con un significato a mio parere più interiore e Dylan stesso ha sottolineato come il titolo abbia una sua importanza, quando ha dichiarato affrancandosi da Shakespeare che non è “La tempesta” ma “Tempesta”. Può anche sembrare un dettaglio ma  evidenzia comunque a mio parere di come voglia parlare di una cosa diversa.
Dylan in questo modo attualizza la storia togliendola dal contesto e andando a analizzare, tramite una serie di abbozzi descrittivi,   il modo di reagire dell’animo umano, davanti proprio alla possibilità di incomprensione del destino.
Carrera non a caso la definisce come la più perfetta canzone di Dylan. Ci dice ad esempio di ascoltare le parole “saw the changing of his world” - “vide come mutava il suo mondo” - il modo in cui Dylan cambia la melodia; di pochissimo, ma dando tutt’altro respiro al verso.
In realtà Carrera oltre a questo evidenzia, a mio avviso in modo molto pertinente la figura della vedetta. La vedetta ha qui un sapore quasi evangelico, quello stare in guardia che ritorna portato fuori quasi dallo scrutare l’orizzonte di All along the watchtower  e che sembra aprire una breccia su quel libro della Rivelazione (o Apocalisse) che tradotto così mi sembra però molto più evocativo di qualcosa che viene rivelato o disvelato al mondo sul senso del destino.  Eppure questa vedetta, il cui compito sembra quello di scrutare, di osservare,  è presente con l’ostinazione del sogno. Non è la realtà materiale di cui si accorge ma è la sua premonizione, basta provare ad accostare le 4 strofe  che si ripetono con una ciclicità  non definita delle 45 strofe che compongono la canzone  (la 6°, 17°, 38° e 45°).

La vedetta era stesa a sognare,
mentre si danzava vorticosamente nel salone da ballo,
sognò che il Titanic stesse affondando
giù negli inferi.

La vedetta era là stesa a sognare,
a un’inclinazione di quarantacinque gradi,
sognò che il Titanic stesse affondando
cadendo in ginocchio.

La vedetta era stesa a sognare,
il danno era stato fatto,
sognò che il Titanic stesse affondando
e cercò di dirlo a qualcuno.

La vedetta era stesa a sognare
tutto ciò che potrebbe mai essere,
sognò che il Titanic stesse affondando
nel profondo mare blu.
La cosa più interessante è che, per la vedetta, la realtà è il sogno che si realizza,  ed è questa la magia che colpisce Dylan mutuandola dalla Carter Family, non a caso ripresa da Carrera: Chiunque pensi che Dylan stia semplicemente riscrivendo (o magari plagiando) vecchie canzoni dovrebbe fermarsi un momento a considerare come le sta riscrivendo (o come lui stesso forse direbbe, “trasfigurando”). Pare che sia stato Virgilio (anche lui accusato di plagio) a dire: “È più facile rubare la clava dalle mani di Ercole che un verso a Omero”.
Nelle varie descrizioni che si possono scoprire e che segnano questa parte del destino che accomuna le persone trovo quella di Leo in cui l’uomo gira con il suo quaderno di ritratti (ricordate Highlands?)  che presenta una certa affinità con la descrizione di Simple twist of fate  “Cupido lo colpì al petto, e vi aprì una ferita con uno schiocco, così cadde tra le braccia della donna a lui più vicina. Sentì un fragoroso frastuono, qualcosa suonò male, il suo spirito interiore gli diceva che non sarebbe potuto restare lì per molto. (Tempest) e   lei guardò verso di lui e lui sentì un brivido percorrergli le ossa. Fu allora che si sentì solo e desiderò di aver proseguito dritto ed aspettò un semplice scherzo del destino (Simple twist of fate). Leo  illustra anche il senso della storia e se vogliamo il revisionismo artistico. A parte la rima con Cleo che è  così assurda da apparire geniale, Dylan inserisce nel Titanic il nome dell’attore Di Caprio, inserendo con questo deliberatamente una sottolineatura che la storia ha portato con sè. Il mondo attuale nel pensare al Titanic è certamente influenzato dalla visione del film di Cameron che ne ha offerto una propria rilettura. Il nostro pensiero odierno, il nostro riguardare alla tragedia si inserisce certamente in questa dinamica e Dylan ha volutamente inserito l’attore piuttosto che il personaggio che egli stesso personifica nel film perché altrimenti sarebbe soltanto una rivisitazione storica, mentre il nostro guardare in senso artistico alla tragedia è mutato.  Tempest è il nostro sguardo di oggi al Titanic, ma qui la tragedia è forse più umana, vi è forse il guardare alla morte con le preoccupazioni della vita, in un distacco quasi paradossale, pretendendo che lo show continui, così è per l’orchestra che continua a suonare (cosa che accadde realmente), ma anche per i giocatori di carte che continuano a giocare o per le signore che saltano nell’acqua assieme alle figlie volendo sottolineare ancora il tema della necessità dell’eleganza e del rispetto delle regole, oppure il momento di vita per l’esistenza annoiata del ricco uomo d’affari.
La canzone di riferimento di Tempest è comunque per me Desolation row , gli abitanti del Titanic sembrano in qualche modo legati ai personaggi di Desolation Row, rivedo  Ofelia nelle madri e figlie che saltano nelle acque gelide, rivedo al descrizione del Titanic che salpa all'alba  e tutti stanno gridando  "Da che parte stai?"  e rivedo lo scherno verso i poeti visionari nella vedetta in Ezra Pound e T. S. Eliot  che combattono nella torre di comando,  mentre cantanti di calipso li deridono  ( i giocatori di carte e l’orchestra che continuano la loro attività in Tempest )  mentre i  pescatori porgono fiori tra le finestre del mare, dove amabili sirene nuotano e nessuno mai pensa troppo al vicolo della desolazione. In questo pensiero finale proprio nel non pensare proprio al destino, all’espiazione possiamo quasi ritrovare una chiave di lettura di Desolation Row che all’epoca era ermeticamente più chiusa nel suo significato. In questo scendere nel luogo del destino vi è il cammino che conduce alla realtà dipinta dal sogno. Anche in Tempest vi è l’immagine dei fiori che, in questo caso, perdono i propri petali in questo progressivo distacco dalla vita in una delicata visione dell’evolversi della sofferenza umana. 
Commenti vari
La Carter Family era conosciuta, ai miei tempi, e la citazione di quella loro canzone è chiaramente un omaggio. Ma Bob si è chiaramente lasciato prendere la mano. Ha dilatato all'infinito il racconto, usando la descrittività della folk ballad come una cinepresa che, in un unico piano-sequenza, mostra tutto quello che si può mostrare. Sale, scende, apre le porte e spia dagli oblò. E trova tutti, immancabilmente, anche chi non c'era, ma ci deve essere per forza (Leonardo di Caprio). Tutto accade adesso, contemporaneamente. Non ci sono cause, non ci sono spiegazioni, è la volontà di Dio. E' simile a Desolation Row, ma forse è molto più affollata, più simile al Giudizio Universale, ma non serve a niente leggere il Libro delle Rivelazioni. Si badi bene al titolo: non è più un naufragio (come in effetti è stato), cioè un fatto umano e come tale spiegabile e investigabile, è una tempesta, ovvero un fatto naturale, inscritto nell'ordine dell'universo, e per questo descrivibile, certo, ma le cui cause stanno del tutto al di fuori dell'intelligibilità umana. (Bruno Sansonetti)
 


Tempesta
testo di Bob Dylan
trad. it. Francesco Alunni

La pallida luna si levò col suo splendore
su una città dell’ovest,
lei raccontò la triste triste storia
della grande nave che si inabissò.
Era il quattordici di aprile
e solcava le onde
navigando incontro al domani
verso una preannunciata età dell’oro.
La notte era luminosa del chiarore stellare,
i mari nitidi e limpidi,
in viaggio tra le ombre
l’ora promessa era vicina.
Le luci si mantenevano stabili
mentre scivolava sulla spuma,
tutti i signori e le signore
diretti alla loro eterna dimora.
I lampadari ondeggiavano
dalla balaustrata in alto,
l’orchestra suonava
canzoni d’amore svanito.
La vedetta era stesa a sognare,
mentre si danzava vorticosamente nel salone da ballo,
sognò che il Titanic stesse affondando
giù negli inferi.
Leo prese il suo blocco da disegno,
aveva spesso quest’inclinazione,
chiuse gli occhi e dipinse
la scena della sua mente.
Cupido lo colpì al petto
e vi aprì una ferita con uno schiocco,
così cadde tra le braccia
della donna a lui più vicina.
Sentì un fragoroso frastuono,
qualcosa suonò male,
il suo spirito interiore gli diceva
che non sarebbe potuto restare lì per molto.
Barcollò fino al cassero,
ora non era tempo di dormire,
l’acqua sul cassero
già era alta più di un metro.
La ciminiera pendeva di lato,
cominciò uno scalpiccio di passi pesanti,
Leo entrò nel turbine,
il cielo si squarciava tutt’intorno.
La nave colava a picco,
l’universo si era spalancato,
lassù ci fu un appello,
gli angeli si voltarono dall’altra parte.
Le luci nel corridoio
tremolavano fioche e incerte,
corpi morti già galleggiavano
nel doppio fondo della chiglia.
Quindi i motori esplosero,
le eliche non riuscirono ad avviarsi,
le caldaie divennero sovraccariche,
la prua della nave si spezzò.
Passeggeri volavano
all’indietro, in avanti, lontani e veloci:
farfugliarono, annasparono e caddero,
ognuno più esausto del precedente.
Il velo si squarciò di netto,
tra l’ora di mezzanotte e l’una,
nessun cambiamento, nessun improvviso miracolo,
avrebbe potuto annullare quanto successo.
La vedetta era là stesa a sognare,
a un’inclinazione di quarantacinque gradi,
sognò che il Titanic stesse affondando
cadendo in ginocchio.
Wellington stava dormendo,
il suo letto cominciò a scivolare,
pulsava il suo intrepido cuore,
spinse i tavoli di lato.
La cristalleria in frantumi
era sparsa da tutte le parti,
lui si allacciò entrambe le pistole,
quanto avrebbe potuto resistere?
I suoi uomini e compagni
non si vedevano da nessuna parte,
là in silenzio attese
che tempo e spazio intervenissero.
Il corridoio era stretto,
c’era nerume nell’aria,
vide ogni tipo di dolore,
udì voci dappertutto.
I campanelli d’allarme risuonavano
per trattenere la marea che montava,
amici e innamorati si aggrappavano
l’uno all’altro, fianco a fianco.
Le madri e le loro figlie
mentre discendevano le scale
saltarono nelle acque gelide,
amore e pietà innalzarono le loro preghiere.
Il ricco, il signor Astor,
baciò l’amata moglie,
non aveva modo di supporre
che sarebbe stato il suo ultimo viaggio.
Calvin, Blake e Wilson
giocarono nell’oscurità,
nessuno di loro sarebbe sopravvissuto
per raccontare la storia dello sbarco.
Fratello insorse contro fratello
in ogni circostanza,
si scontrarono e si massacrarono l’un l’altro
in una danza mortifera.
Calarono le lance di salvataggio
dal relitto che colava a picco,
c’erano traditori e opportunisti,
schiene spezzate e colli spezzati.
Il vescovo lasciò la sua cabina
per soccorrere i bisognosi,
rivolse gli occhi al cielo,
disse: «spetta a Te sostentare i poveri».
Davey, il proprietario del bordello,
uscì e congedò le sue ragazze,
vide che l’acqua saliva,
vide come mutava il suo mondo.
Jim Dandy sorrise,
non aveva mai imparato a nuotare,
vide il bambinello storpio
e lasciò a lui il suo posto.
Vide il chiarore stellare splendere
come un torrente dall’Oriente,
la morte stava infuriando
ma ora in pace era il suo cuore.
Chiusero con serrette i boccaporti
ma i boccaporti non potevano reggere,
affogarono sullo scalone
d’ottone e oro lustro.
Leo disse a Cleo:
«mi sembra di impazzire»,
ma aveva già perso il senno,
qualunque senno avesse mai avuto.
Cercò di bloccare un passaggio
per salvare quelli in pericolo,
il sangue da una ferita aperta
gli fluiva copioso lungo il braccio.
I petali caddero dai fiori,
tutti fino all’ultimo,
nelle lunghe ore tremende
la maledizione dello stregone continuò il suo effetto.
Il maître versava del brandy,
affondava lentamente,
rimase fino alla fine,
fu l’ultimo ad andarsene.
C’erano molti e molti altri
ignoti da qui all’eternità,
mai avevano solcato l’oceano
o lasciato in precedenza le loro case.
La vedetta era stesa a sognare,
il danno era stato fatto,
sognò che il Titanic stesse affondando
e cercò di dirlo a qualcuno.
Il capitano, respirando a malapena,
era inginocchiato al timone,
sopra e sotto di lui
cinquantamila tonnellate d’acciaio.
Esaminò attentamente la bussola,
fissò lo sguardo sul quadrante:
l’ago puntava in basso,
capì d’aver perso la corsa.
Nella scarsa illuminazione
ricordò gli anni passati,
lesse l’Apocalisse
e riempì di lacrime il suo calice.
Quando la Morte ebbe mietuto le sue vittime
milleseicento avevano raggiunto l’eterno riposo,
i buoni, i cattivi, i ricchi, i poveri,
i più incantevoli e i migliori.
Attesero all’approdo
e provarono a capire,
ma non c’è alcuna comprensione
del giudizio della mano di Dio.
La notizia giunse via telegrafo
e colpì con forza micidiale,
l’amore aveva perso tutto il suo ardore,
ogni cosa aveva seguito il suo corso.
La vedetta era stesa a sognare
tutto ciò che potrebbe mai essere,
sognò che il Titanic stesse affondando
nel profondo mare blu.

sabato 22 settembre 2012

TIN ANGEL




La novità più grande di Tempest è che Dylan, forse per la prima volta, diventa uno storyteller  e Tin Angel è una delle sue  massime espressioni. D’accordo c’è stata The ballad of Franchie Lee o Lily, Rosemary and the Jack of hearth, in alcune parti Isis o Bronwsville Girl,  oserei persino dire tratti di Tangled up in Blue,  ma la dovizia di particolari e la costanza con cui semina questo racconto non ha precedenti e in alcuni casi sembrano poco funzionali anche se aprono la strada a nuove ipotesi,  come non chiedersi ad  esempio del perchè racconta il fatto che il primo colpo della pistola va a vuoto?
Il motivo per cui mi piace Dylan è che quello che scrive ci costringe in qualche modo a pensare. In qualche modo Dylan semina indizi in modo più chiaro, ma gli indizi non portano a soluzioni, portano semmai a congetture che è il motivo per cui nasce il tema dell’arte come ispirazione (su cui ci ho scritto sopra parecchio). La musica si ripete ossessiva costruita unicamente su una melodia cantilenante espressa dalla voce di Dylan 
Io avanzo ipotesi sapendo che lo stesso autore non potrebbe essere completamene esplicito, sarebbe come definire chi siano i due cavalieri di All along the watchtower e anche se rivelati da Dylan sarebbe comunque un errore.
Così l’altro giorno curiosando sui vari commenti alle nuove canzoni mi sono imbattuto su “volevo  fare un disco religioso? Ma è difficile mantenere la concentrazione sullo stesso tema per 10 canzoni”. Questa frase di Dylan prima ancora di ascoltare l’album, piccolo indizio, ci diceva che in qualche modo qualche canzone religiosa ci dovrebbe essere stata. Prima ancora di ascoltare l’album la mia mente andava subito a Tin angel, memore di Precious Angel  in  uno dei suoi dischi religiosi: C’era poi anche Three Angels da new morning.   
Nel forum la discussione verteva su quali fossero le canzoni davvero religiose. Fino a quando un tizio se ne è venuto fuori dicendo che in qualche modo quasi tutte avevano un riferimento religioso, cosa che sentivo in me stesso di condividere. Un altro diceva che la religione è nella vita e quindi l’argomento è in se non scindibile. Anche questo lo condividevo, la nostra costruzione morale e etica condivide perlomeno molti degli insegnamenti del Vangelo. La  teoria era che Tin angel fosse basata su 3 personaggi che avrebbero potuto rappresentare le 3 religioni monoteiste. Sono  poco convinto, ma non posso obiettare che non è certamente così. Dicevo che il bello di Dylan è quello di farci pensare e grazie anche alla riflessione su questa ipotesi ho iniziato anch’io a fare delle congetture. Perché delle religioni? Perché non allora 3 caratterizzazioni di tre personalità diverse? Cosa rappresentano i 3 protagonisti che completamente diversi finiscono per essere accomunati dallo stesso destino bruciati al rogo? Perché la canzone si intitola Tin Angel e che attinenza potrebbe avere nella storia?
È evidente come i tre personaggi simbolicamente rappresentino  qualcosa, In un primo tempo mi ero concentrato sul fatto  che rappresentassero rispettivamente  l’ignavia (per il fatto che non farebbe male a una mosca), l’infedeltà  (per il tradimento) e la violenza  (per l’omicidio) che accompagnano i tre destini comuni alla stessa fine.  Il finale è certamente il punto fermo che definisce come i tre destini siano comunque accomunati dal fallimento,  il fuoco  è comunque   la base su cui si costruisce il racconto e che li accomuna nello stesso errore.
Può essere anche (altra ipotesi)  però che siano  contrapposte due realtà e che il protagonista sia la terza figura, quella femminile, annoiata dal vecchio sistema e ammaliata dal nuovo che si contrappongono e conducono comunque l’uomo alla perdizione (giusto per costruirci un legame religioso). In questo senso non so se sto costruendo supposizioni o se sto giocando.
I tre personaggi sono chiamati:  il Boss (il capo),  Henry Lee (capo del clan), e la Regina sanguinaria o moglie infedele. Sono 3 personaggi che identificano un potere. Si potrebbe pensare azzardando a 3 forme di gestione del  governo e che una risposta possa essere metaforicamente ricercata in questo senso.  Oppure  2 forme di società contrapposte che sono state ricercate ma che poi non hanno portato che distruzione. Proviamo per esempio ad attualizzare e pensiamo a quello che sta succedendo in Medio Oriente, in Libia come in Siria. Se il Boss per esempio si chiamasse Gheddafi e la Regina fosse il governo del paese, il capo dei clan potrebbe essere la rivoluzione.  Il boss ritorna la sera e vede di non avere più il governo del paese, rincorre questo potere a costo di lasciarsi abbandonare dal suo popolo e di abbandonare anche la sua fede, rincorre questa illusione di comando,  tanto da tagliare la luce e  portare il buio, tanto da scendere così in basso da doversi  calare in un pozzo portato da una catena d’oro  (il denaro, il valore materiale), questo le rende sporco e disposto ad accettarne le conseguenze con ogni mezzo. Ritrova la sua società ma la società lo rifiuta adducendo che  “non sei più in grado di lusingarmi”, la rivoluzione ha creato una nuova idea di libertà. Ma la nuova libertà che si libera semplicemente della precedente con la violenza apre soltanto le porte verso una nuova disillusione. Non può esserci un futuro che non accetta il suo passato e che non si costruisce anche con il passato. Tutte le mogli sanno che i mariti sono buoni, ma questo l’ha portata comunque ad abbandonarlo in cerca di un nuovo destino.  Il nuovo destino che cancella semplicemente il passato, comunque non è nulla di migliore.
Detto questo Tin Angel è costruita  su questo accavallarsi di immagini e l’inquadramento storico che le alterna. Il capo che arriva e si stende sul letto a pensare, (siamo più vicini a Lord Randall di quanto lo fosse realmente  A hard rain a-gonna fall), sellami il cavallo, (siamo allora nel vecchio west), partì verso la highway, (siamo nel mondo moderno),   mise giù l’elmo e la spada a croce, (ci siamo sbagliati siamo nel periodo delle crociate), taglio il filo della luce, (è no siamo in questo secolo) , le pallottole (ma no, sono le colt del  vecchio west), il rogo con i cadaveri che bruciano (sa molto da medioevo). Mi piace come per accenture la caratterizzazione del capo usi un succedersi di verbi che velocizzano l'azione che rispecchia il carattere di chi non è disposto ad aspettare: “Get up, stand up,on, double-quick”.
Poi il viaggio, i posti attraversati, l’arrivo con la luce scialba  e la lenta descrizione dell’arrivo alla resa dei conti. ” Si calò giù con una catena dorata, i suoi nervi facevano tremare ogni vena,le sue nocche sanguinavano, inspirò dell'aria, passò le sue dita tra i suoi capelli sudici” ma  comunque nell’oscurità la nobiltà di una razza antica che traspare dai lineamenti in un richiamo all’Otello di Shakespeare o a qualche tragedia greca. L’episodio del suicidio dell’amante ricorda vagamente l’epilogo di Mirra dell’Alfieri e questa immagine finale delle torce che bruciano che domina il paesaggio chiude una canzone che ha forse il torto di non finire con un ultimo assolo di armonica. 

COMMENTO SU TIN ANGEL
In ogni caso, è qualcosa di tremendamente reale, è qualcosa che accade davvero. Se non è folk music questa, ditemi cos'è. Come Hollis Brown, Hattie Carroll e Emmett Till. Ma non si sente indignazione o querimonia contro un sopruso razzista. E' l' agghiacciante precisione dei gesti a far più cupo il dipinto e più miserevole e insensata la morte. Ma la morte non può essere accusata, la morte è del tutto fuori dai giochi. "There's seven people dead/On a South Dakota farm/There's seven people dead/On a South Dakota farm/Somewhere in the distance/There's seven new people born" (Ballad of Hollis Brown) - "All three lovers together in a heap/Thrown into the grave, forever to sleep/Funeral torches blazed away/Through the towns and the villages all night and all day" (Tin Angel). Notate: Dylan canta queste strofe praticamente nello stesso modo. E non potrebbe essere altrimenti, poiché questi eventi fanno parte di un'unica storia. E' la vita, e la vita soltanto. (Bruno Sansonetti)
Era tardi ieri sera quando il capo è venuto a casa Questa è anche la prima strofa  di 'Gypsy Davy' la canzone popolare tradizionale, eseguita da Woody Guthrie, tra gli altri. La trama della canzone (donna lascia il marito per un altro uomo, cavalca il marito dopo la sua), segue anche la storia di Gypsy Davy

Gypsy Davey
Tradizionale, arrangiato e adattato da Arlo Guthrie

Era tardi ieri sera quando il capo è venuto a casa chiedendo della sua donna
L'unica risposta che ha ottenuto è stato Se n'è andata con la Gypsy Davey
Gone with the Gypsy Dave 

Torna in sella,  la mia casa, pelle di daino e la mia sella da cento dollari
Fai notare a me le loro tracce del  carri  e dopo di loro io viaggerò e dopo di loro cavalcherò

Beh, io non avevo guidato 'fino alla luna a mezzanotte Ho visto il loro fuoco scintillante
Ho sentito le note della chitarra grande E la voce degli zingari cantare
Quella canzone del Gypsy Dave

Era là nella luce del fuoco campeggio Ho visto il suo bel volto raggiante
Il suo cuore in sintonia con la chitarra grande E la canzone degli zingari cantare
Quella canzone del Gypsy Dave

TIN ANGEL
ANGELO DI LATTA

(traduzione di Giulia Satta, Mr.Tambourine, Gypsy Flag)


Era tardi, ieri notte, quando il boss tornò a casa
ad una casa deserta ed un desolato trono
Lo scagnozzo disse: “Boss, la donna è andata
E' partita questa mattina, poco prima dell'alba” 
It was late last night when the boss came home
To a deserted mansion and a desolate throne
Servant said: “Boss, the lady’s gone
She left this morning just ‘fore dawn.”

“Hai qualcosa da dirmi. Dillo a me, uomo
Vieni al punto più direttamente che puoi” 
“Il vecchio Henry Lee, capo del clan
Venne a cavallo attraverso i boschi e la prese per mano”
“You got something to tell me, tell it to me, man
Come to the point as straight as you can”
“Old Henry Lee, chief of the clan
Came riding through the woods and took her by the hand”

Il boss distese la sua schiena piatta sul suo letto
Imprecò per il caldo e strinse la sua testa
Considerò il futuro del suo destino
Aspettare un altro giorno potrebbe essere troppo tardi
The boss he lay back flat on his bed
He cursed the heat and he clutched his head
He pondered the future of his fate
To wait another day would be far too late

“Andate a prendere la mia giacca e la mia cravatta
E la manodopera più economica che i soldi possono comprare
sellatemi la mia cavalla bruna
Se mi vedete passare tirate fuori una preghiera” 
“Go fetch me my coat and my tie
And the cheapest labour that money can buy
Saddle me up my buckskin mare
If you see me go by, put up a prayer” 

Beh, cavalcarono tutta la notte e cavalcarono tutto il giorno
Verso est lungo la grande strada
Il suo spirito era stanco e la sua vista era distorta
I suoi uomini lo abbandonarono e lui proseguì
Well, they rode all night, and they rode all day
Eastward, long down the broad highway
His spirit was tired and his vision was bent
His men deserted him and onward he went

Arrivò in un posto dove la luce era scialba
La sua fronte martellava dentro la sua testa
Il cuore pesante era colmo di dolore
l' insonnia infuriava nel suo cervello
He came to a place where the light was dull
His forehead pounding in his skull
Heavy heart was racked with pain
Insomnia raging in his brain

Beh, gettò per terra il suo elmo e la sua spada dall'impugnatura a croce 
Abbandonò la sua fede e rinnegò il suo Signore
si mise carponi, appoggiò il suo orecchio al muro
In un modo o nell'altro per mettere fine a tutto questo
Well, he threw down his helmet and his cross-handled sword
He renounced his faith, he denied his Lord
Crawled on his belly, put his ear to the wall
One way or another put an end to it all

Si chinò, tagliò il cavo elettrico
Scrutò dentro le fiamme e sbuffò sul fuoco
Sbirciò nell'oscurità, intravide i due
Difficile dire con certezza chi era chi
He leaned down, cut the electric wire
Stared into the flames and he snorted the fire
Peered through the darkness, caught a glimpse of the two
It was hard to tell for certain who was who

Si calò giù con una catena dorata
I suoi nervi facevano tremare ogni vena 
Le sue nocche sanguinavano, inspirò dell'aria
Passò le sue dita tra i suoi capelli sudici
He lowered himself down on a golden chain
His nerves were quaking in every vein
His knuckles were bloody, he sucked in the air
He ran his fingers through his greasy hair

Si guardarono l'un l'altro ed i loro calici tintinnarono
Una sola cosa, inseparabilmente legati
“Ho la strana sensazione di avere vicino un uomo ”
“Non ti preoccupare di lui, non farebbe del male ad una mosca”
They looked at each other and their glasses clinked
One single unit, inseparably linked
“Got a strange premonition there’s a man close by” 
“Don’t worry about him, he wouldn’t harm a fly” 

Da dietro la tenda, il boss attraversò la stanza
Spostò i suoi piedi e sprangò la porta
Le ombre nascondevano i solchi del suo volto
Con tutta la nobiltà di una antica razza
From behind the curtain, the boss he crossed the floor
He moved his feet and he bolted the door
Shadows hiding the lines in his face
With all the nobility of an ancient race

Lei si voltò, trasalì con uno sguardo di sorpresa 
Con un odio che avrebbe potuto squarciare i cieli 
“Sei un pazzo incosciente, posso vederlo nei tuoi occhi
Venire fin qui non è stato per niente saggio”
She turned, she was startled with a look of surprise
With a hatred that could hit the skies
“You’re a reckless fool, I could see it in your eyes
To come this way was by no means wise” 

“Alzati, tirati su, tu sgualdrina dalle labbra avide
E copriti la faccia o subiscine la conseguenza
Tu stai facendo male al mio cuore
Rimettiti i tuoi vestiti sulle spalle velocissimamente”
“Get up, stand up, you greedy-lipped wench
And cover your face or suffer the consequence
You are making my heart feel sick
Put your clothes back on, double-quick” 

“Ragazzo scemo, tu mi credi una santa
Non ascolterò più le tue lamentele
Non mi hai dato niente se non le bugie più dolci
Ora frena la tua lingua e soddisfa i tuoi occhi”
Silly boy, you think me a saint
I’ll listen no more to your words of complaint
You’ve given me nothing but the sweetest lies
Now hold your tongue and feed your eyes”

“Ti ho dato le stelle ad anche i pianeti 
A cosa ti servono queste cose?
Piega il cuore se non le ginocchia
Oppure non vedrai mai più di nuovo questo mondo”
I’d have given you the stars and the planets, too
But what good would these things do you?
Bow the heart if not the knee
Or never again this world you’ll see”

“Oh, per favore, non lasciare che il tuo cuore sia freddo
Quest'uomo mi è più caro dell'oro” 
“Oh tesoro mio, tu devi essere cieca
E' una scimmia senza fegato con una mente inutile” 
“Oh, please let not your heart be cold
This man is dearer to me than gold” 
“Oh, my dear, you must be blind
He’s a gutless ape with a worthless mind” 

“Tu sei stato troppo a lungo insieme a me
Ora sono io che deciderò come saranno le cose” 
“Prova a sfuggire” imprecò e maledisse
Dovrai provare a passare sul mio cadavere prima” 
You’ve had your way too long with me
Now it’s me who’ll determine how things shall be” 
“Try to escape,” he cussed and cursed
‘You’ll have to try to get past me first” 

“Non lasciarti comandare dalla passione
Pensi che il mio cuore sia il cuore di uno sciocco?
E tu, signore, non puoi negare
che hai fatto di me una scimmia. Come e perché?” 
“Do not let your passion rule
You think my heart the heart of a fool?
And you, sir, you can not deny
You made a monkey of me, what and for why?” 

“Non continuerò più con questo scambio di insulti
Il diavolo ti può avere, assisterò a questo
Ripensaci alla svelta o scansati
Altrimenti desidererai di essere morto nella culla” 
“I’ll have no more of this insulting chat
The devil can have you, I’ll see to that
Look sharp or step aside
Or in the cradle you’ll wish you’d died” 

La pistola fece 'bum' e lo sparo risuonò chiaro
Il primo proiettile sfiorò il suo orecchio
La seconda pallottola andò ben dritta 
E lui si piegò a metà come un bidone ammaccato
The gun went boom and the shot rang clear
First bullet grazed his ear
Second ball went right straight in
And he bent in the middle like a twisted pin

Strisciò verso l'angolo e abbassò la sua testa
impugno la sedia ed afferrò il letto
Ci vorrebbe di più di ago e filo
Sanguinando dalla bocca, era un uomo morto
He crawled to the corner and he lowered his head
He gripped the chair and he grabbed the bed
It would take more than needle and thread
Bleeding from the mouth, he’s as good as dead

“Hai ucciso mio marito, tu mostro” 
“Marito? Quale marito? Cosa diavolo intendi?
Era un contendente, un peccatore
L'ho abbattuto e l'ho gettato al vento” 
“You shot my husband down, you fiend” 
“Husband? What husband? What the hell do you mean?
He was a man of strife, a man of sin
I cut him down and threw him to the wind” 

Questo lei disse col cuore rabbioso:
“Anche tu vedrai il signore della morte
Sono stata io che ho portato la tua anima alla vita” 
Quindi sollevò i suoi vestiti e tirò fuori un coltello
This she said with angry breath
“You too shall meet the lord of death
It was I who brought your soul to life” 
Then she raised her robe and she drew out a knife

La sua faccia era dura e ricoperta di sudore
Le sue braccia dolevano e le sue mani erano bagnate
“Tu sei una regina assassina ed una moglie sanguinaria
Se non ti dispiace, prendo io il coltello” 
His face was hard and caked with sweat
His arms ached and his hands were wet
“You’re a murderous queen and a bloody wife
If you don’t mind, I’ll have the knife” 

“Siamo due dello stesso genere ed il nostro sangue scorre ardente
Ma non siamo in alcun modo simili nel corpo o nel pensiero
Tutti i mariti sono buoni uomini, come tutte le mogli sanno” 
Quindi lo trafisse al cuore e fece scorrere il suo sangue
“We’re two of a kind and our blood runs hot
But we’re no way similar in body or thought
All husbands are good men, as all wives know” 
Then she pierced him to the heart and his blood did flow

Le sue ginocchia zoppicarono e si allungò ad afferrare la porta
La sua tomba era chiusa, scivolò sul pavimento
Sussurrò alle orecchie di lei: “Questo è tutta colpa tua
I miei giorni di lotta sono arrivati alla fine” 
His knees went limp and he reached for the door
His tomb was sealed, he slid to the floor
He whispered in her ear: “This is all your fault
My fighting days have come to a halt” 

Lei toccò le sue labbra e baciò la sua guancia
Lui provò a parlare ma il suo respiro era debole
“Tu sei morto per me, ora io morirò per te” 
Mise la lama sul suo cuore e la fece passare attraverso 
She touched his lips and kissed his cheek
He tried to speak but his breath was weak
“You died for me, now I’ll die for you” 
She put the blade to her heart and she ran it through

Tutti e tre gli amanti insieme in un mucchio
Gettati nella tomba, a dormire per sempre
Le torce funebri fiammeggiavano lontano
Attraverso le città ed i villaggi l'intera notte e l'intero giorno.
All three lovers together in a heap
Thrown into the grave, forever to sleep
Funeral torches blazed away 
Through the towns and the villages all night and all day



lunedì 17 settembre 2012

SCARLET TOWN



Hibbing è una piccola cittadina del Midwest. Da lì sono partiti i Greyhound bus raccontati da Keruac,  lì esiste la più grande miniera di ferro a cielo aperto del mondo, il suo colore rosso ossido domina il paesaggio che si può osservare dalla cima della collina che separa l’abitato dalla miniera.
Hibbing è anche la  piccola città dove negli anni 50 Abraham Zimmerman conduceva una piccola attività di commercio di elettrodomestici assieme ai fratelli e zii del giovane Robert. Comunque sia, è probabilmente quest’ultima, la sua principale attrattiva.
Questi particolari esaminati cumulativamente possono delineare delle similitudini con la Città Scarlatta che Dylan descrive in Tempest, ma la stessa città può essere vista come uno spaccato esistente di qualsiasi piccola comunità.
“In scarlet town were i was born” è il primo verso di Barbara Allen ma è anche l’ultimo di alcune strofe di “Scarlet town” di Dylan. in realtà Dylan finisce dove la  tradizione inizia. può ancora definirsi un verso copiato? in effetti non credo.  Dylan in questo modo non solo evoca un immagine ma evoca anche una canzone e ci porta a pensare chequesta città piena di  nuovi personaggi è sempre stata la stessa. Ribalta completamente il senso, da una parte Scarlet town è l’incipit per contestualizzare una storia, dall’altra è il soggetto finale in cui i fatti accadono. da una parte la protagonista  della canzone è Barbara Allen, dall’altra la protagonista è la città. e’ attingere alla tradizione nel senso più evocativo della poesia che richiamava Eliot. Dylan prende tutto il fardello della tradizione portandosi dietro una delle canzoni che ciclicamente ha cantato costruendo nuovi personaggi e facendoci intuire il senso della storia e della tradizione, l’autore di Barbara Allen è nato a Scarlet town  e similmente Dylan è nato nella stessa città in un legame che , con questa lettura, piuttosto che al luogo richiama al senso dell’emozione. Dylan sembra dire sono nato nel luogo in cui vengono composte delle canzoni. Nella città la musica suona, è viva entra nella prima strofa e in quella conclusiva. la “cittàscarlatta” non ha un richiamo fisico e territoriale, ma ha un richiamoestetico,  emotivo, evocativo, anche temporale se vogliamo. per questo da quello che si intuisce di “scarlet town” si può  dire che è una canzone nuova ma è anche folk e  tradizionale.
L’atmosfera ricorda molto Gerusalemme, condivido il fatto che il tocco del mantello in cui l’orlo è stato strappato  ricorda l’episodio del vangelo in cui la donna tocca il mantello di Gesù alla ricerca della guarigione e in un certo senso porta a un senso di desolazione verso una città che adesso non è più in grado di progettare una salvezza. la stessa dualità tra la città antica e i giorni nostri di Early roman kings in cui non si sa più se la storia è riferita a molto  tempo fa o ai giorni nostri. Scarlet town suona come una canzone  scura e anche il testo ripercorre il cammino nella notte di Ain’t talking e se vogliamo di Love sick e Man in the long black coat.
Stilisticamente è una scrittura molto raffinata, un esempio concreto ne è  la rima interna Scarlet  con Scattered che descrivendo la dispersione dei fiori con l’ombra delle foglie  e il colore scarlatto della città accentua questo senso di smarrimento con una immagine molto visiva.  Ma anche il dualismo natura e ambiente è molto visiva, l’immagine del mendicante che non viene aiutato in tempo,  è sottolineato doppiamente con la durezza della vita accomunando l’immagine forte del  marmo e dei campi di pietra, a sottolineare quasi questa pesantezza dell’”help that comes too late”, è uno dei momenti più belli quello con cui riesce a descrivere la diversità tra la leggerezza delle foglie smosse dal vento e la durezza delle pietre che sono,  in ultima sintesi, create dall’uomo, beggars (mendicanti)  è un termine che Dylan usa raramente ma è più volte presente in Tempest.  E’ una società che in fondo ha una sua propria umanità ma è una umanità che è distratta da una serie di altre incombenze precedenti, sembra quasi di cadere nella vecchia frase di Dylan do I understand your question man is it hopeless and forlorn? Tanto per ritornare a un salvataggio dalla tempesta altrettanto famoso in Shelter from the storm. Sono tutte immagini che si accavallano creando nuove emozioni e con una cronologia molto più logica rispetto al senso di collage che percepivo in Modern Times.
In Scarlet town  tutte le immagini costruiscono un insieme omogeneo in cui il racconto è dato dall’osservazione, con quella nostalgia propria dei film di Renoir che scavando nel paesaggio scavano anche dentro l’animo umano. I protagonisti diventano così gli abitanti di una città Scarlatta che mescola assieme il tema oggettivo del colore ma anche quello forte delle emozioni che vi si associano.  
Il  colore è molto presente in tutto l’album tempest, il rosso cupo che domina la copertina è molto simile a quello storico di Blood on the tracks. Nella città scarlatta addirittura un verso è costruito interamente giocando sui colori: il giallo, il marrore, il bianco e il nero, tutte le cose hanno un tempo per essere belle e tutte sono davanti a noi per lasciarsi osservare.
Sembra che le sette meraviglie del mondo convivano nello stesso luogo ma in realtà è la bellezza  il segreto con cui esse vengono guardate che riguarda l’amore che è di per se stesso bellezza. Tutta l’umanità in quanto tale è glorificata in quanto tutta l’umanità possiede il segreto della condivisione della natura umana che come nel caso del signor William Holme e della signora Mary hanno un nome e cognome ben identificato. In questo quadro di conoscenza le persone condividono anche il mistero del trapasso sapendo che tutto questo appartiene alla vita.
Dylan parla della sua città e parla di vie con nomi impronunciabili, forse perché non ha senso riferirli e contestualizzarli, forse perché non riflettono davvero la città. Ci sono foglie d’edera e ci sono spine d’argento. Potremmo anche dire sottilmente che la natura in sé non punge e che il metallo prezioso, su cui forse la società si costruisce crea il  dolore. La stessa dualità che esprime poi l’immagine antitetica foglie di palma e campi di pietre e di marmo. In questo quadro sembra quasi catturata dal vociare dei passati la preoccupazione per il crollo dell’economia con il valore dell’"oro che  si è abbassato a un quarto per un’oncia", nelle sottili discussioni del quotidiano. In questa piccola città la preoccupazione più importante sembra quella di sentirsi parte del sistema. Stiamo andando tutti dalla stessa parte? Sembra chiedersi la comunità intera, mentre il quadro si restringe in un dialogo e un incontro tra familiari di questa piccola città costruita sotto la collina, una collina porta con sé sempre una cima dall’alto da cui osservare e un’altra realtà simile nell'altro lato, come viene descritta in Come era verde la mia valle,  che esiste nell’altro lato: i due zii stanno ancora lavorando assieme; una dimensione familiare del sostegno economico del vivere quotidiano (come per padre Abraham).
Ma la città scarlatta non ha novità,  il destino dell’uomo si ripete in una odissea generazionale, si combatte in alto e si combatte in basso, come dire in modo eroico e in modo mediocre, si combatte questa realtà con gli stessi nemici che aveva tuo padre, o per meglio dire vanno affrontati con le stesse armi, ma la solitudine, la desolazione dell’animo umano, la tristezza nel nostro umano vagare per la città sono affogate ricercando e cadendo nell’effimero a cui ci guida l’ebbrezza  del whisky o della droga ma anche nel richiamo erotico delle gambe femminili che Dylan ripresenta attraverso la natura dell'uomo.
Eppure in tutto questo, nel quotidiano combattere, nell’evolversi e succedersi della vita c’è qualcosa di buono, anzi tutto, tutte le cose in fondo si costruiscono per la ricerca di amore e se questo amore è ricercato tramite la consapevolezza della bellezza, allora tutto ciò non può essere criminalizzato, perché tutte le cose hanno un tempo o un angolo che le rende belle e significative e tutte queste cose esistono e sono lì per te nella tua città.     

CITTA' SCARLATTA (trad. G.Satta)

Nella Città Scarlatta, dove sono nato
Ci sono foglie di edera e spine d'argento
Le strade hanno nomi che non puoi pronunciare
L'oro si è abbassato ad un quarto per un'oncia
La musica inizia e le persone ondeggiano
Tutti chiedono “Andiamo nella stessa direzione”?
Zio Tom ancora lavora per Zio Bill
La città scarlatta sta sotto la collina
In Scarlet Town, where I was born
There’s ivy leaf and silver thorn
The streets have names that you can’t pronounce
Gold is down to a quarter of an ounce
The music starts and the people sway
Everybody says, “Are you going my way?"
Uncle Tom still workin' for Uncle Bill
Scarlet Town is under the hill

La Città Scarlatta nel mese di maggio
Il dolce William Holme coricato nel suo letto di morte
La signora Mary affianco al letto
Baciando il suo viso e gettando preghiere sopra la sua testa
Così coraggioso e sincero, così gentile è lui
Piangerò per lui come lui potrebbe piangere per me
Piccolo ragazzo triste, fai partire il soffio del corno
Nella città scarlatta, dove sono nato
Scarlet Town in the month of May
Sweet William Holme on his deathbed lay
Mistress Mary by the side of the bed
Kissin' his face and puttin' prayers on his head
So brave and true, so gentle is he
I’ll weep for him as he would weep for me
Little Boy Blue come your blow horn
In Scarlet Town, where I was born

Città Scarlatta, nella calde ore di mezzogiorno
Ci sono le ombre delle foglie delle palme e fiori ovunque
Mendicanti accovacciati davanti al cancello
L'aiuto arriva, ma arriva troppo tardi
Da lastre di marmo e nei campi di pietre
Esprimi i tuoi umili desideri
Ho toccato le vesti, ma il lembo era strappato
Nella città scarlatta, dove sono nato
Scarlet Town, in the hot noon hours,
There’s palm-leaf shadows and scattered flowers
Beggars crouching at the gate
Help comes, but it comes too late
By marble slabs and in fields of stone
You make your humble wishes known
I touched the garment, but the hem was torn
In Scarlet Town, where I was born

Nella Città Scarlatta, la fine è vicina
Le sette meraviglie del mondo sono qui
Il cattivo ed il buono vivono fianco a fianco
Tutte le forme umane sembrano glorificate
Metti il tuo cuore su un piatto ed osserva chi lo addenterà
Osserva chi si prenderà cura di te e ti augurerà buona notte
Ci sono boschi di noci e aceri
Nella Città Scarlatta piangere non farà affatto bene
In Scarlet Town, the end is near
The Seven Wonders of the World are here
The evil and the good livin' side by side
All human forms seem glorified
Put your heart on a platter and see who will bite
See who will hold you and kiss you good night
There’s walnut groves and maplewood
In Scarlet Town cryin' won’t do no good

Nella Città Scarlatta combatti coi nemici di tuo padre
Su in cima alla collina soffia un vento caldo
Li combatti in cielo e li combatti per terra
Li combatti col whisky, la morfina ed il gin
Hai gambe che possono far impazzire un uomo
Tante cose non abbiamo fatto che vorrei avessimo fatto
Nella Città Scarlatta il cielo è limpido
Spererai, per Dio, di essere qui
In Scarlet Town, you fight your father’s foes
Up on the hill, a chilly wind blows
You fight ‘em on high and you fight 'em down in
You fight 'em with whiskey, morphine and gin
You’ve got legs that can drive men mad
A lot of things we didn’t do that I wish we had
In Scarlet Town, the sky is clear
You’ll wish to God that you stayed right here

Lasciali perdere Joe, suona “Camminando per la stanza”
Suonala per la mia puttana senza seno
Sto sveglio fino a tardi, sto facendo ammenda
Mentre sorridiamo, l'intero paradiso discende
Se l'amore è un peccato, allora la bellezza è un crimine
Tutte le cose sono belle a loro tempo
Il bianco ed il nero, il giallo ed il marrone
Va tutto bene là davanti a te nella Città Scarlatta.
Set ‘em Joe, play “Walkin’ the Floor"
Play it for my flat-chested junkie whore
I’m staying up late, I’m making amends
While we smile, all heaven descends
If love is a sin, then beauty is a crime
All things are beautiful in their time
The black and the white, the yellow and the brown
It’s all right there in front of you in Scarlet Town