sabato 9 febbraio 2013

Early roman kings


Early roman kings è una canzone che mi ricorda vagamente My wife’s hometown, ma che affonda le radici nel blues classico con lo stesso riff di  Bo Diddley's "I'm A Man" e  Muddy Waters' "Mannish Boy.". E’ stata la prima canzone che ho avuto modo di sentire e la prima cosa che ho pensato è che non fosse molto lontana dalle atmosfere di Togheter trought life.
Una delle prime cose che è saltata fuori è che Early Roman kings è il nome anche di una delle gang di New York e su questa è stato fatto un film, Gangs of New York,  in cui tra i protagonisti vi è Leonardo Di Caprio. Può essere che questo film abbia in qualche modo influenzato la stesura della canzone. Quello però che a me più interessa è che in mezzo a questi due fattori: L’impero Romano  e le gang che popolano New York vi sono in mezzo più di due millenni. E’ la storia la vera protagonista o forse protagonista è la natura umana.
Il loro modo di comportarsi più che alla civiltà sembra , almeno per le mie percezioni, richiamare agli atti vandalici, con queste orde che arrivano a distruggere le città,picchiatori e rapinatori, lascivi e traditori e che sterminano tutti. Questo atteggiamento vandalico richiama indirettametne anche la vita notturna delle gang.
Ma vi sono anche richiami diversi, vi sono gli abiti, farfallini e bottoni marsine anelli lussuosi, stivali che fanno invece parte dell’immaginario legato all’eleganza, a una realtà apparentemente più civilizzata. Allora ho riflettuto sul fatto che in fondo i re moderni, quelli che distruggono, quelli che speculano, sono quanti operano speculando nell’economia, nella borsa e che vivono mandando sul lastrico le persone.  In modo meno evidente ma sempre con lo spirito vandalico di chi a qualcuno da sopraffare. In questo modo la storia lega la natura umana, gli lega ai padroni della guerra di Masters of war, con un linguaggio altrettanto tagliente e il Dylan che osserva assomiglia molto al Dylan che in Hard Rain’s si erge a guardare a porgere la sua testimonianza, a porgere al sua denuncia, canterò la mia canzone e adesso dice accordami il mio violino, lo spaccherò in un gesto che sa assieme di rabbia e di impotenza.


Early Roman Kings

Written by Bob Dylan 

 All the early Roman kings in their shark-skin suits,
Bow-ties and buttons, high-top boots,
Driving the spikes in, blazing the rails,
Nailed in their coffins in top-hats and tails.
 Fly away little bird, fly away, flap your wings
 Fly by night like the early Roman kings.
       
All the early Roman kings in the early, early morn,
Comin' down the mountain, distributing the corn,
Speedin' through the forest, racing down the track,
You try to get away, they drag you back.
Tomorrow is Friday, we'll see what it brings.
Everybody's talking about the early Roman kings.
       
They're peddlers and they're meddlers, they buy and they sell.
They destroyed your city, they'll destroy you as well.
They're leacherous and treacherous, hell-bent for leather.
Each of them bigger than all men put together.
Sluggers and muggers wearing fancy gold rings.
All the women going crazy for the early Roman kings.
       
I can dress up your wounds with a blood-clotted rag.
I ain't afraid to make love to a bitch or a hag.
If you see me coming, and you're standing there,
Wave your handkerchief in the air!
I ain't dead yet, my bell still rings.
I keep my fingers crossed like the early Roman kings.
       
I can strip you of life, strip you of breath,
Ship you down to the house of death.
One day you will ask for me.
There'll be no one else that you'll want to see.
Bring down my fiddle, tune up my strings:
I'm gonna break it wide open like the early Roman kings.
       
I was up on Black mountain the day Detroit fell.
They killed them all off, and they sent them to hell.
Ding-dong daddy, you're coming up short.
Gonna put you on trial in a Sicilian court.
I've had my fun, I've had my flings.
Gonna shake them all down like the early Roman kings.
       

I primi re di Roma




Tutti i primi re di Roma coi loro abiti di zigrino,
farfallini e bottoni, scarponi a tomaia alta,
a conficcare chiodi, a incidere steccati,
inchiodati nelle loro bare con marsine e cilindri.
Vola via, uccellino, vola via, sbatti le ali,
vola di notte, come i primi re di Roma.

Tutti i primi re di Roma nel primissimo mattino
vengono giù dalla montagna a distribuire il grano,
a tutta velocità per la foresta, di corsa lungo il sentiero,
provi a scappare, ti trascinano indietro.
Domani è venerdì, vedremo cosa porterà,
tutti stanno a parlare dei primi re di Roma.

Sono ambulanti e ficcanaso, comprano e vendono,
hanno distrutto la vostra città, distruggeranno pure voi.
Lascivi e traditori, vivono a tutta birra,
ognuno di loro più grande di tutti quanti messi assieme.
Picchiatori e rapinatori, portano lussuosi anelli d’oro,
ogni donna impazzisce per i primi re di Roma.

Posso fasciarti a puntino le ferite con un tampone impiastrato di sangue,
non ho paura di far l’amore con una puttana o una megera.
Se mi vedi arrivare e ti trovi là
sventola in aria il tuo fazzoletto.
Ancora non sono morto, tuttora risuona la mia campana,
tengo le dita incrociate come quei primi re di Roma.

Posso privarti della vita, privarti del respiro,
mandarti a finire alla dimora della morte.
Un giorno chiederai di me,
non ci sarà nessun altro che vorrai vedere.
Portami giù il violino, accordamelo a dovere,
lo spaccherò di netto, come i primi re di Roma.

Ero su al Monte Nero il giorno in cui cadde Detroit,
li sterminarono tutti, li spedirono all’inferno.
Balordaccio, stai riuscendo una delusione,
ti metteranno sotto processo in un tribunale siciliano.
Ho avuto il mio spasso, ho avuto le mie avventurette,
mi scuoterò tutto di dosso, come i prime re di Roma.

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